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Tell es-Sultan/Jericho
Season 2017
RELAZIONE SCIENTIFICA SULLE ATTIVITÀ DELLA MISSIONE ARCHEOLOGICA IN PALESTINA DELL'UNIVERSITÀ DI ROMA «LA SAPIENZA»
GERICO 2017: FORMAZIONE, RESTAURO E VALORIZZAZIONE ARCHEOLOGICA - XIII CAMPAGNA, GIUGNO 2017
Lorenzo Nigro


1. INTRODUZIONE
La XIII campagna di attività archeologiche a Tell es-Sultan/Gerico, in Palestina, condotta dalla Università di Roma "La Sapienza" e dal Dipartimento delle Antichità e del Patrimonio Culturale (MOTA - DACH) dell'Autorità Nazionale Palestinese, ha avuto luogo dal 08 al 30 giugno 2017, ed è stata sostenuta dalle sopracitate Istituzioni e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).

I principali obiettivi della tredicesima a campagna sono stati:
a) la prosecuzione delle indagini archeologiche nelle Aree B, B Ovest, G, P ed S (§ 2); b) la nuova mappatura del sito con gli interventi di tutte le spedizioni;
c) la prosecuzione degli interventi di restauro e musealizzazione nel Palazzo G (§ 3); d) la formazione degli archeologi e dei restauratori palestinesi in tutte le fasi di documentazione, pubblicazione e diffusione dei risultati dello scavo (§§ 4-5).

2. INTERVENTI DI RICERCA ARCHEOLOGICA (AREE A, B E B-OVEST, e G)
Le attività di indagine archeologica hanno interessato quattro diverse aree: l'Area B e B-Ovest, dove sono riprese le indagini sulla struttura architettonica delle mura del Bronzo Antico III, in corrispondenza dell'angolo sud-occidentale della città (§ 2.1.); l'Area G, sul fianco orientale della cosiddetta "Spring Hill", nella quale si è ampliato lo scavo dei due Palazzi sovrapposti del Bronzo Antico III ("Palace G") (§ 2.2.) e del Bronzo Medio II-III ("Hyksos Palace" § 2.3.); l'Area P, sulla collina sud-occidentale della Spring Hill (§ 2.4.). Durante i lavori di sistemazione dell'Area F sono state scoperte cinque conchiglie di madreperla che, dopo accurate analisi, hanno rivelato la natura di portacosmetici. Esse sono state rinvenute negli strati di uso della prima fase urbana e appartengono ad una specie che cresce solamente nel fiume Nilo, a conferma dell'importazione dall'Egitto.

2.1. Area B e B Ovest: la doppia cinta di fortificazione del Bronzo Antico III (Sultan IIc, 2700-2300 a.C.)
Gli studi sulle fortificazioni della città di Gerico nell'epoca della prima fioritura urbana del Levante meridionale sono continuati nelle Aree B e B Ovest, dove le indagini si concentrano da diverse campagne su un articolato tratto della doppia cinta muraria del periodo Sultan IVc (Bronzo Antico III, 2700-2300 a.C.). La struttura architettonica rispettivamente del "Main Inner Wall" e dello "Outer Wall" sono state esaminate in diversi tratti, ove è stato possibile esaminare entrambi i muri nello spiccato dalle fondazioni in pietra su due o più corsi sovrapposti, all'alzato contraddistinto dall'impiego di grandi mattoni (0,60 x 0,40 m), che nel tempo hanno assunto un colorito rossastro per via della grande distruzione finale del Bronzo Antico IIIB (c. 2350 a.C.). Il "Main Inner Wall" costruito sulla cresta del tell, lungo il percorso del precedente muro di fortificazione del Bronzo Antico II, era contraddistinto da un notevole spessore (3,8-4,2 m) e, pertanto, doveva affrontare importanti difficoltà statiche che erano state risolte inserendovi all'interno catene lignee sia in senso trasversale (nella parte alta), sia in senso longitudinale, nella sezione inferiore dove delle incannucciate contribuivano all'assorbimento e all'espulsione dell'umidità dalla base del muro e a rendere coesa l'intera struttura. Il muro era intonacato con più strati di gesso e argilla finemente sbriciolati e mischiati, assumendo un colore avorio, che lo doveva rendere molto visibile sullo sfondo verdeggiante dell'Oasi o rosa del Monte delle Tentazioni. Lo "Outer Wall", che si trovava circa 2 m più in basso e a circa 4 m di distanza dal "Main Inner Wall", era caratterizzato da una tecnica costruttiva meno impeccabile, con mattoni anche irregolari e non tutti dello stesso colore (anche grigi o verdastri). Lo spessore era considerevolmente minore (1,6-18 m). Nello spazio tra i due muri, nella campagna 2017, è proseguito lo scavo dei vani ciechi che servivano a rendere più spesso l'intero sistema difensivo e ospitavano magazzini e camminamenti.

2.2. Area G: il "Palace G" del Bronzo Antico III (Sultan IIc 2700-2350 a.C.)
I lavori nell'Area G sono proseguiti nella campagna 2017 al fine di ricostruire la planimetria e l'alzato del "Palace G", nelle sue estensioni verso nord-ovest (terrazza superiore e mediana) e verso est (terrazza meridionale). Gli interventi, che hanno anche permesso il recupero di diversi travetti carbonizzati molto utili per le datazioni radiometriche, sono stati anche finalizzati alla integrazione dei dati ottenuti dalle precedenti missioni britanniche nella ricostruzione complessiva della struttura architettonica dell'edificio, nonché della dotazione di ciascun ambiente, in termini di arredi fissi e mobili e di reperti conservati ancora al suo interno al momento della distruzione finale. I ritrovamenti del 2017 hanno permesso di precisare ulteriormente la struttura dell'edificio, la sua organizzazione interna, la circolazione, ma anche di riconoscere le funzioni di ciascun settore. Inoltre, sono stati individuati i reperti più significativi provenienti da ciascun settore, partendo dalle giare con impronte di sigillo e dal vaso con beccuccio configurato a testa di toro, passando per il tornio, la testa di mazza e soprattutto il pugnale in rame, per arrivare alla testa di toro d'avorio intarsiato, probabile elemento decorativo dei braccioli di un trono, tutti elementi che riportano al ruolo di centro del potere svolto da questo imponente edificio.

2.3. Area G: l' "Hyksos Palace" del Bronzo Medio II-III (Sultan IVb-c 1800-1550 a.C.)
A partire dalla campagna 2014 proseguendo poi in quelle successive fino al 2017 le attività di ricerca archeologica sulla Spring Hill hanno interessato anche i resti - mal conservati, ma pur sempre ben riconoscibili - delle strutture architettoniche del palazzo del Bronzo Medio, denominato "Hyksos Palace" da John Garstang negli anni '30, che ne scavò sistematicamente un'ala secondaria (temporalmente e spazialmente) chiamandola 'palace storerooms'. I resti portati alla luce lungo il lato superiore occidentale dell'Area G erano pertinenti ad alcuni muri degli ambienti del settore centrale del Palazzo, mentre, più ad est, il muro W.637 rappresenta la fondazione del muro perimetrale orientale del corpo centrale, nell'estensione più settentrionale del quale è stata identificata una porta che si apriva sulla strada lastricata che scendeva direttamente alla sorgente. Alla luce delle nuove strutture identificate, compreso il muso W.1224 e la sua prosecuzione verso est, è stato anche possibile collegare i resti scavati dalla Sapienza e dalla prima missione britannica di John Garstang con quelli a suo tempo portati alla luce dalla seconda missione britannica diretta da Kathleen M. Kenyon nei quadrati HII e HIII, in tal modo identificando un corpo di fabbrica accessorio, adiacente il palazzo e probabilmente destinato ad ospitare le stalle per i cavalli e gli asini di corrieri e carovane, a brevissima distanza dalla sorgente, che si trova immediatamente sotto. I nuovi dati planimetrici hanno quindi consentito di produrre una ricostruzione del palazzo dei signori di Gerico - Ruha nel Bronzo Medio.

2.4. Area P: il Tempio P del Bronzo Medio II-III (Sultan IVb-c 1800-1550 a.C.)
Nella campagna 2017 sono ripresi i lavori nell'Area P, sulla sommità sud-occidentale della Spring Hill, dove nel 2012 erano stati identificati i resti di una sottofondazione, la cui planimetria aveva indotto, assieme con l'orientamento della struttura, all'identificazione di quello che è stato considerato uno dei tempi maggiori della città nel Bronzo Medio. Lo scavo ha permesso anche di riconoscere l'edificio più antico del Bronzo Antico III. Il Tempio P riproduce una tipologia sacra nota in tutto il Levante, quella del cosiddetto Migdol Temple o tempio torre, a sviluppo longitudinale, con una singola cella delimitata da muri spessi e alti. L'edificio era situato nel punto più elevato della città ed era rivolto ad oriente, fatto che induce a ritenere che fosse dedicato a Baal. Questa divinità a Gerico era tradizionalmente collegata ad aspetti lunari, un culto considerato originario nella cultura del Levante dell'Età del Bronzo. I lavori del 2017 hanno permesso di riesaminare le dimensioni del tempio che doveva essere lungo circa 15,75 m sull'asse maggiore est-ovest (il prospetto principale orientale, dove stando ai paralleli noti avrebbero dovuto aggettare due torri, è andato perduto a causa di tagli successivi e dell'erosione) e circa 11,1 m su quello minore nord-sud. La cella all'interno era larga circa 6,3 m, con muri spessi 2,36 m. La ricostruzione di una nicchia che ospitava il simulacro divino o un suo simbolo aniconico è sembrata più difficile, anche se alcuni blocchi portati alla luce hanno permesso di ricostruire un andito poco profondo largo circa 2,4 m.

3. RESTAURI E VALORIZZAZIONE TURISTICA DI TELL ES-SULTAN
Gli interventi di restauro nella tredicesima campagna (2017) hanno interessato l'Area A, dove si &grave continuato il restauro della Torre A1 con l'apposizione di strati di protezione di mattoni crudi, e l'Area G, dove è stato proseguito l'intervento sulle strutture del "Palace G", concentrandosi sui muri di terrazzamento e sulle strutture trasversali della terrazza mediana. I lavori hanno anche comportato un aggiornamento dell'itinerario turistico di visita con la realizzazione dei pannelli esplicativi, che sono stati aggiornati e dotati di codici QR per l'accesso attraverso i dispositivi connessi a internet. Si è anche proceduto a campionare tratti delle mura in mattoni crudi in preparazione del futuro restauro dell'Area B, nella quale si è proceduto ad intonacare l'Edificio B1.

4. FORMAZIONE E VALORIZZAZIONE NELLA TREDICESIMA CAMPAGNA A GERICO
Nonostante le difficoltà di contesto e quelle più generali nel Vicino Oriente, anche durante la tredicesima campagna (2017) di attività archeologiche a Gerico la Missione della Sapienza, sostenuta dal MAECI, ha portato avanti le attività di formazione del personale locale, in collaborazione sia con il MOTA-DACH che con la Municipalità di Gerico. In particolare, la partecipazione degli archeologi e degli studenti palestinesi è stata incoraggiata sia nei singoli interventi di scavo e di prospezione, sia nelle necessarie e conseguenti attività di documentazione e infine di pubblicazione dei risultati. Gli allievi locali sono stati accompagnati anche in attività svolte su altri siti nei Territori, dove si rendeva necessario l'intervento urgente di archeologi per la protezione del Patrimonio minacciato, come nel caso della necropoli di Khalet al-Jam'a presso Betlemme, o nella stessa Oasi di Gerico, in particolare nel sito calcolitico di Tell el-Mafjar. Allo stesso modo il personale del MOTA è stato formato nella gestione del patrimonio archeologico, attraverso l'utilizzo del GIS e nella valorizzazione turistica, attraverso l'implementazione della informazione fornita online ai visitatori attraverso i siti ufficiali della missione (www.lasapienzatojericho.it).

5. RICERCA SCIENTIFICA, OUTREACH E SVILUPPO SOSTENIBILE NEI TERRITORI
La XIII campagna (2017) è, dunque, servita ad una ulteriore approfondimento e ad una maggiore e più puntale diffusione dei risultati scientifici conseguiti a Tell es-Sultan, sia nel contesto internazionale della ricerca archeologica (molto importante, da questo punto di vista, è stata la partecipazione della Missione, con un'intera sessione dedicata, al convegno internazionale organizzato dall'American School of Oriental Research a Boston nel novembre 2017), sia nel contesto locale, con attività che hanno portato hanno coinvolto a più livelli la comunità cittadina della città di Ariha, dalla installazione di pannelli esplicativi alla diffusione di opuscoli a corsi e lezioni tenuti in collaborazione con la Municipalità. Le attività di outreach, anche attraverso il web, hanno reso sempre più evidente l'importanza di proteggere e valorizzare lo straordinario patrimonio archeologico dell'Oasi di Gerico, che l'Italia sta rendendo sempre più visibile e fruibile con un impegno costante che si articola a più livelli nel campo della ricerca e in quello della tutela, della formazione, della gestione e della fruizione. Si tratta di un punto nodale, in un contesto, come quello dei Territori Palestinesi, dove le risorse economiche e le iniziative culturali rischiano di essere compresse dai più urgenti bisogni della popolazione.

LA MISSIONE HA PARTECIPATO ALL'INCONTRO BILATERALE ITALIA-PALESTINA che ha avuto luogo il 9 novembre alla Farnesina, con un intervento sul Progetto Pilota del Prof. Lorenzo Nigro.

La serie completa delle pubblicazioni della Missione è online nel sito www.lasapienzatojericho.it